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      Di casa, 6 aprile 1842
      Il vostro u.mo e sinceriss.o ammiratore Giuseppe Gioachino Belli.
     
      LETTERA 416.
      A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 8 aprile 1841
      Mio caro figlioL'ottimo Signor Presidente Colizzi mi recò personalmente nel giorno 3 corrente la cara tua del 27 marzo, e la lasciò in mia casa co' suoi saluti non avendomi trovato all'ora in cui mi favorì. Nell'indomani io corsi a visitarlo, e moltissimo mi rallegrai vedendolo in istato di perfetta salute e di eccellente umore. Da lui ebbi tue particolari notizie, intorno alle quali parmi non aver nulla da desiderare. L'eccellente Superiore si mostra sempre contento di te sotto ogni rapporto ed io spero che altrettanto segua nell'animo degli altri tuoi Superiori più immediati, in cima ai quali intendo di porre il Sig. Rettore. Il loro voto è la norma del mio, e determina sempre più il mio cuore a riporre in te illimitata fiducia: amen.
      Ecco a buon conto, o mio Ciro, trascorsa già quasi la terza parte del tempo che dall'ultima mia partenza da Perugia doveva passare sino alla mia nuova comparsa nella stessa città, per riprenderti meco non lasciarti più fuorché all'epoca in cui dovrò lasciare la terra. Noi vivremo insieme nello stato che ci serberà Iddio, da cui viene ogni prospera ed avversa fortuna secondo i profondi suoi fini. Siccome però il tuo animo è moderato, ed il mio facilmente si uniforma ai sacrificii che si conciliano colla soddisfazione di serbare intatto l'onore ed il pregio della delicatezza, spero che andremo assai bene d'accordo nel condurre una vita laboriosa e metodica, solo mezzo di prepararmi un avvenire tranquillo e senza rimorsi. Gli studî già fatti e quelli che ti restano ancora a percorrere ti procacceranno, spero, un fondamento sul quale elevare, se non una brillante fortuna, uno stato almeno indipendente dai capricci degli uomini, la cui stima è alla fine il patrimonio del merito e la rovina dell'impostura.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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