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      Giunse qua a me diretto un opuscolo del Sig. M.se Filippo Bruti Liberati, per le nozze Casari-Avia. Io ne ringrazierei direttamente il gentilissimo donatore se sapessi ove attualmente egli dimori, giacché mi fu detto esser partito da S. Benedetto in seguito di una violenta malattia della di lui Signora: notizia che molto mi rattristò. Se mai fosse tornato costì, pregovi ringraziarlo in mio nome, e fargli insieme sentire la parte che io prendo alla sua disgrazia, come pure la mia speranza del totale ristabilimento della Sig.ra Marchesa.
      Se i conjugi Mar.si Guidi sono costì, mi obbligherete nel riverirli in mio nome. Porgete ancora, di grazia, i miei rispetti alla Sig.ra Fiorani, al Sig. Governatore Spagnoli, alla Signora Vostra figlia collo sposo, e infine a quanti vi appartengono per amicizia o per sangue.
      Tralascio di pregarvi della continuazione di vostra benevolenza, giacché oso considerarmene in possesso.
      Sono di cuore e con vera stimaDi Roma, 19 novembre 1844
      Il vostro aff.mo a.co e serv.eGiuseppe Giochino Belli.
     
      LETTERA 474.
      A GIUSEPPE NERONI CANCELLI - S. BENEDETTODi Roma, 16 Dicembre 1844
      Mio caro e buon amicoDa una lettera del disgraziato ed ottimo nostro Marchese Bruti apprendo il vostro ritorno in seno alla famiglia dopo vario tempo da Voi trascorso in Ascoli, dalla quale città m'inviaste l'affettuosa Vostra del 24 novembre. Ne' voti che formate pel ristabilimento della mia salute io riconosco quell'amichevole bontà di cui sempre mi deste prove da circa ben 26 anni a questa parte, senza mai smentirla in un solo incontro e per un solo momento. L'affare però della mia salute non va certo a seconda de' desiderii vostri e de' miei; e siavene prova lo aver io dovuto per consiglio (anzi prescrizione) dei medici ritirarmi da qualunque occupazione mentale; in conseguenza di che mi è stato forza dimandare al governo la mia giubilazione per non incorrere nelle triste calamità presagitemi dal mio medico curante, e riconosciute probabilissime anche dal professore del Collegio medico-chirurgico, che fu deputato di uficio dal Cardinal Camerlengo a visitarmi e riferire sullo stato mio sanitario.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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