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      Le nostre che dicevi aspettarsi da voi con molta anzianità, vi saran pervenute, e in esse avrete conosciuto quel che a noi sembra più conveniente ad operarsi circa al vostro ritorno e ricongiungimento colla famiglia in queste dubbie circostanze attuali. Nulla di certo da niuno può presagirsi: dunque bisogna un po' gittarsi in braccio alla provvidenza, senza troppo sperare né troppo temere.
      Non arrechi maraviglia alla nostra buona Cristina se le lettere da qualche tempo io le intesto a te solo. Ho preso questo sistema per ovviare gl'imbrogli di senso e di estensione quando mi occorre rivolgermi più particolarmente all'uno o all'altro di voi due, nel mentre che la intestazione, stando alla grammatica, parlerebbe ad entrambi. Io dunque mi dirigo, specialmente a te, e per tuo mezzo poi mi rivolgo a Cristina, la quale non si sarà mai vista da me trascurata, ciocché sarebbe impossibile.
      Seguita sempre a piovere; ma lasciamo questo noioso discorso.
      Quante persone qui vediamo, o parenti od amici, tutte mai non finiscono dall'insistere perché nelle nostre lettere facciavisi menzione di loro e de' voti loro concordi per la vostra salute e felicità. Noi non andiamo sempre specificandone i nomi per non fare opera troppo prolissa e superflua, tantoppiù che a voi può riuscire ben facile il supplire colla vostra mente al nostro silenzio su tale proposito.
     
      Domenica, 22 aprile, alle 9 1/2 antimeridianePrima di chiuder la presente da me scritta jeri a sera avrei voluto vedere se da Casa Ferretti mi giungesse qualche altro tuo foglio portato dai vetturini nella stessa serata di ieri. Ma nulla ancor veggo...
      Viene in questo punto Viotti e lo mando a fare la sovrindicata ricerca. Intanto tengo aperta la presente sino al suo ritorno.
      Torna Viotti colla tua lettera di ieri intestata grando, nix, glacies etc.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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