Pagina (843/963)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Io, pel tuo mezzo, ne rendo ad essa uguale misura, con aggiuntovi un odoretto di rispetti e di complimenti.
      Dunque tu ieri uscisti di casa. Evviva! Spero in Dio che ti mantenga sana per cent'anni e altrettante quarantene.
      E la pupa cammina, mi si dice, come un folletto. La porteremo a spasso con maggiore frequenza e facilità. Non vedo poi l'ora che mi torni in camera a chiedermi le pallette di zucchero, somministrabili secondo la prudenza del vecchio.
      Sai? Fu una chiacchiera l'adozione del festona che si dovea fare alle Stimmate. Niente di ciò: dissero tutti al solito festina, e puoi starne sicura, non essendo io né sordo né capace di ingannarti. Sul merito della parola non voglio io pronunciare un giudizio. Circa però al fatto, la cosa può essere andata in due modi: o la festa delle Stimmate non fu giudicata una vera festona, o per introdurre il nuovo vocabolo si sarà ritenuto esser necessaria una preventiva congregazione di Cardinali.
      Qui, giusta il consueto, ce la passiamo tranquillamente: la gente va a spasso, e la sera passano molti e molti che cantano, se poi bene o male è un altro paio di maniche.
      Sigismondo, Chiara e Gigi salutano Cristina, Barbara e Teresa: tre contro tre come gli Orazii e Curiazii.
      Il tuo Papà
     
      LETTERA 580.
      A CRISTINA BELLI - FRASCATIDi Roma, martedì 19 settembre 1854
      ore 10 antimeridianeMadama
      E a Lei, sia detto con tutto il rispetto, Signora insolente, chi ha dato il diritto e la facoltà di mettere il becco sulla condotta de' Canonici e Prebendati, e segnar loro le cacce, e sindacare l'adempimento de' loro doveri? In coro, per parte mia, io ci vado ogni mattina alle 10; e se talvolta principia più tardi la uficiatura, dipende ciò unicamente dai vetturini addetti alla Collegiata, i quali non portano a tempo nel presbiterio i libri corali da regolare la solfa di quella mattina; è se anche in alcun giorno tace del tutto la salmodia, è segno che il Primicerio in quei dì non trovasi in Roma, e in tal caso o trasportansi le ore o in alcuna di queste si fa vacanza, come lo stesso Sig.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





Dio Stimmate Stimmate Cardinali Chiara Gigi Cristina Barbara Teresa Orazii Curiazii Papà Roma Canonici Prebendati Collegiata Primicerio Roma Sig