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      Io l'ho saputo da buona fonte. Povero galantuomo! me ne duole all'anima, perché non meritava un simile affronto; ma che gli potrei far io? - Piuttosto lo dirigerò a te, adesso che vai a trovarti nel caso di poter sanare le piaghe di mezzo mondo.
      Altro mirabile avvenimento! Da più e più giorni la Casa Biagini e Pagliari non ha più la serva proveniente dalla Vassura! Le Signore Pagliari dimandarono a Pietro una donna; e Pietro ne rimase così spaventato, che fu lì per lì per cascare a faccia avanti per la paura.
      I tuoi scialli godono salute perfettissima e si hanno scrupolosa cura. Vivine tranquilla.
      Questa sera verrà il parmegiano con Geremia, o Geremia col parmegiano.
      Che ti vuoi fare di questo sciancato papà? Presto avrai Ciro, e non perderai certamente nel cambio. Eppoi questa benedetta Camerìa Stamperale mi dà tali e tante faccende che neppure ho il tempo la notte per mangiare e il giorno per dormire. Che furia di stampe! Si discorre che a forza di correzioni presto-presto non ho più inchiostro; e in tal caso ne andrà, di mezzo anche la nostra epistolare corrispondenza. Insomma c'è un da fa' incredibbole.
      Abbraccia e bacia per me, per tuo zio e per tua sorella codesti tuoi bociacchetti, e co' loro affettuosi saluti ricevi anche i non meno caldi del tuo Papà scioperone.
     
      P.S. Cristina mia, oggi fa freddo; copritevi tutti e riguardatevi meglio che potete. I primi freddi!
     
      LETTERA 620.
      A MESSER FRANCESCO SPADA NEL GIORNO DEL SUO NOME
      4 ottobre 1855
     
      Io sommi sempre assai maravigliatoCome il destin mi vi facesse amico
      Invece che fratel fostemi nato.
     
      Voi, credo, non nasceste al tempo antico,
      Né, parmi, nascerete nel futuro,
      E di questo il presente benedico.
     
      Noi non venimmo al mondo per sicuroL'uno a Cefalonìa, l'altro in Caldea,
      Ma quasi, dir possiamo, a muro a muro.
     
      Forse dunque del Suo ci rimettea


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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