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      Paolino Alibrandi il quale me lo ha pagato alla presentazione. Io sono dunque così saldato del trimestre di aprile maggio e giugno pp.ti sulla ritenzione dell'onorario c. il M.se Antonio Trevisani.
      Mi pare però, se non prendo abbaglio, esser corso un leggierissimo equivoco sulla estensione dell'ordine. Nella vostra 25 giugno mi mandaste Sc. 14:50 pel primo trimestre dell'anno corr.e dicendomi che pel 2° trimestre mi avreste spediti invece Sc. 14:60 onde bilanciare la piccolissima differenza risultante dal non avere allora vostro fratello altri fondi disponibili oltre gli Sc. 15:50. Benché però a bene guardar la cosa non avrei dovuto avere pel 2° trimestre se non Sc. 14:59, calcolando al solito le trimestrali esigenze in Sc. 14:59 1/2 l'una, e diffalcandone ogni trimestre i bai: 05 pel bollo della quietanza. Ma tutto ciò è cosa di niun conto, e solamente ve ne faccio parola perché la vostra buona amicizia mi rende ardito a rilevare un facilissimo abbaglio in cosa di sì poco momento, dove ciascuno (ed io più d'ogni altro) potrebbe incorrere trattandosi di lievi rotti che nel decorso di mesi difficilmente si mantengono nella memoria di chi non abbia ad attendere soltanto a simiglianti bazzecole.
      La omissione però che veramente mi spiace nella vostra del 20 agosto è quella delle notizie di vostra salute, dopo avermela ne' mesi antecedenti fatta conoscere un poco alterata per dolori reumatici. Amerei, caro Neroni, di sapere che stiate tanto bene quanto lo meritate; e ciò (se vi piace) anche prima dell'epoca in cui vi darete il solito incomodo di scrivermi in rapporto dello spirante terzo trimestre Trevisani. La mia salute, di cui, dimenticandovi della vostra, vi compiacete dimandarmi, è buonina, benchè il 16 agosto io mi mettessi in diligenza colla colica. Ma il viaggio, il clima di Perugia, e, più di tutto, la compagnia di mio figlio, hanno contribuito a guarirmi.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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