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      Che se per caso me ne andassi all'altro mondo te ne farei una specie di legato. Non posso andare più avanti perché fra l'altre cose mi rinforza la febbre. Credo di avere fatto uno sforzo miracoloso. Addio: dà le mie nuove a Meconi, di cui ebbi il foglio del 23, e fammi da lui anche salutare il dottor Mosconi. Saluto i tuoi e mi ripeto.
     
      Tuo aff.mo amico Belli
     
     * * *

     
      Alla Nobile e gentil Donna
      Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 19 Maggio 1831
      Oh Dio mio! Non attribuire, cara amica, a poca amicizia quella specie di languore e di aridità di cui le mie lettere possono apparire ridondanti; veramente io ho perduto ogni brio ed ogni bella maniera di spiegarmi e di concepire. Tu conservi tutto il fuoco della più fresca gioventù. In me però un decennio ha prodotto un cangiamento notabile ed anche assi scoraggiante per la probabilità dei progressi. Non ho più la scintilla di giovinezza che mi accenda e mi ravvivi. Nulladimeno non ho perduto conoscenza del bene e del male; e le attenzioni e le dimostrazioni sinceramente amichevoli producono sempre in me una sensazione di piacere e di riconoscenza. Né devi badare a qualche inconseguenzola rimarcabile fra le une e le altre delle mie lettere. Un poco d'inconseguenza è stato sempre il rimprovero dato dalla mia coscienza alla mia natura; ed ora? Ora le belle giornate della mia vita fuggono cogli anni, e il tedio del perdere aggrava ogni cattivo abito non a tempo corretto. Già dal passato ordinario io ti aveva partecipato il luogo della mia villeggiatura: Veroli.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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