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      Alla Nobile e Gentil Donna
      Signora Vincenza Perozzi Nata Marchesa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 14 novembre 1837
      A.[mica] C.[arissima],
      È veramente singolare che in una lettera da me scrittavi collo scopo di parteciparvi la mia nuova dimora, abbia io poi omessa l'indicazione di quella. Non me ne so ancora persuadere benché dal 2 corrente (in cui mi giunse la vostra del 26 ottobre) io ci abbia pensato dodici giorni. Ma né in capo né a piedi della mia lettera v'indicai il Monte della Farina n. 18? Ed io realmente quì abito dove voi mi indirizzaste il vostro cortesissimo foglio. Vedete come ho la testa per aria! Povero Belli!
      Motivi molti e gravi mi fecero lasciare il Palazzo Poli: gravi e molti motivi. Oggi però è scomparsa l'apparente contraddizione del pagare il fitto d'una casa vuota. L'ho subaffittata al Signor Vincenzo Compagnoni, dopo superate immense difficoltà, e sofferti durissimi sagrificii nella roba. Ma io doveva partire. Eppure ogni giorno rondeggio di là come un passere intorno al nido distrutto. Ho collocato tre de' miei domestici in alcune adobbate [sic] camerette superiori che ritenevo per nolo separato, e quanto più spesso mi riesce li vado a visitare. Essi non sono più miei servi ma uguali. Io non ho più famiglia: vivo a dozzina in casa di alcuni parenti dove mi sono ammobiliato modestamente due stanze cogli avanzi della mia rovina. Quì se ci capirà, verrà un giorno anche Ciro: presto o tardi. Ma non entriamo in amari discorsi che vogliono voce e non inchiostro.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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