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      Pel 15° anniversario della di lui nascita, accaduto il 12 aprile, io gl'inviai rilegate in un libretto alcune poesie morali ch'egli ha aggradite e comprese mal grado della poca età sua. Altro regalo non ho potuto fargli: una volta erano cose: oggi son parole; ma il caro mio figlio da me accetta tutto e mi ringrazia di tutto. Nella seguente pagina vi trascriverò 28 versi di quelli. Io gli ho in pregio: ma sapete perché? perché son cosa di Ciro. Voi non potete credere quanto io ami quel ragazzo: cioè potete crederlo se pensate alla vostra Matilde.
      Sapete quale idea mi passa pel capo? No. Ve la dirò io. Voi venite a Roma. Vi starete fino al 16 agosto; e il 17 ne ripartirete con me e verrete per un giorno a Perugia. Là conoscerete il mio successore nell'amicizia per la vostra famiglia. Non è che il cambio d'un Giuseppe in un Ciro. A me pare che vada bene così. Vi saluto tutti e vi aspetto.
     
      Il vostro amicoG.G. Belli
     
      A Ciro, pel di lui giorno natalizio.
     
      Però che l'uomo, a cui va morte appresso,
      Vive di giorno in giorno e d'ora in ora,
      Ad ogni sol cadente e ad ogni auroraCrede in forze e in età d'esser lo stesso.
     
      Ma se un ricordo si risveglia in essoDella sua vita giovanetta ancora,
      Quanto ahi diverso da quel ch'era alloraD'animo e volto ei si ritrova adesso!
     
      Così se ne' miei verdi anni io mi specchioNé guardo al tempo che mi viene accanto
      Veggo pur troppo, o figliuol mio, che invecchio.
     
      Ma in dolce illusion ricado io poiQualor te miro sì fiorente, e intanto
      Misuro il viver mio dagli anni tuoi.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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