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      Certamente il figlio lo deve curare con premura ed amore, ed accelerarne al possibile la guarigione, seppure l'infermo non ne ritarda i successi con qualche disobbedienza di cura, che verso un medico-figlio è facile a verificarsi. Inculcategli, anche in mio nome, docilità alle igieniche perscrizioni.
      Oh vedete! È stato infermo anche Pirro! Comprendo vivamente le vostre agitazioni per lui, sì degno di affetto e di felicità. Rendetegli l'abbraccio che mi manda a rendeteglielo di cuore. Ciro dunque si guadagnò varii libri nella solenne premiazione del giorno 8 settembre, ed oltre ai libri ebbe una medaglia di argento, appiccatagli al petto da Monsignor Delegato.
      Suonò il pianforte in pubblico, e le cose andarono bene. Nel prossimo anno scolastico 1839-40 studierà logica e metafisica, fisica generale e qualche altra coserella, compresa la prosecuzione di lingua greca, già da lui principiata nell'anno corrente. Sapete cosa ho scoperto? che Ciro nelle ore di ricreazione passa il suo tempo nella botanica, occupandosi a coltivare erbe e fiori, nel quale esercizio ha già qualche pratica, acquistata da sé da sé e zitto zitto. Io gli ho dunque regalato un libro d'istituzioni botaniche del Savi, e poi da Roma gli spedirò qualche manuale di giardiniere. Quel figlio è un vero galantuomo, ed è laggiù comunemente chiamato la pace del collegio. Accanto a Ciro convien parlare di Matildina vostra. Ditele che la ringrazio dell'aggiunta da lei fatta alla vostra lettera, e che io appena giunto a Roma (per la qual città parto dimani) mi occuperò della cara sua commissione.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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