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      E quì ripeto: non gittate il mio libro. Bensì potreste ardere nel vostro camminetto, e alla presenza di chi vi ci tien compagnia, tutte quelle altre cartacce scritte si male in un tempo e sotto un influsso che vanno oggi onorati col fuoco.
      Voi mi augurate buon capo d'anno e un seguito di altri 50. Troppi, cara mia, me ne bastano e avanzano soli altri dieci. Il 12 aprile 1845 è appunto nel centro di questi. Che desiderare di più?
      Eccoci alla vostra lettera 26 gennaio e alle tre questioni da voi in quella promosse. Sotto quel nome di Sidèria potrebbe star velato un mio segreto; ma non v'è. Potrete quindi ritenere che in Sidèria si figuri ogni donna possibile, che lette le mie poesie, volesse giudicarmi uomo beato di soavi contentezze? Il nesso dello Sciscitor ve lo spiegherebbe facilmente il primo vocabolario latino che capitasse alle mani di qualunque membro della vostra conversazione. Pure ve lo farò dire dal vocabolario mio. Sciscitor significa chieggo per sapere, dimando con istanza. Sul più grave articolo poi de' baffi e della pipa, di cui vi costituite avvocato posso rispondervi non aver mai voluto condannare le persone pel pelo e pel fumo, ma il fumo e il pelo per le persone. In Roma almeno accade così: i mustacchi, le barbette e i sigari rappresentano quanto di più imbecille e di scostumato è attualmente dagli ospedali e dalle leggi lasciato vivere per la città. Molti s'impelano e si affumicano per solo vezzo di imitazione; e per questi io certamente non sento peggio che pietà, vista la prova natura de' lor modelli.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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