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      Circa poi alla mia pigrizia in genere nello scrivere, convincetevi che io fatico dalla mattina alla sera, e debbo anche trascurare qualche affar di famiglia. E malgrado la stanchezza del giorno, rare sono le sere in cui non mi occupi a casa delle molte e complicate teorie sulle quali è basata la macchina del Debito-pubblico. Quest'altro travaglio teoretico lo faccio per addestrarmi alle cose di pratica onde sapere ove mi metter le mani. Dunque un po' di pazienza anche voi. Oggi Ciro ha ottenuto alla Università il baccellierato in diritto civile, canonico e criminale. Ecco il primo passo per l'avvocatura.
      Mille abbracci a Pirro, un bacio sulla mano alla eccellente Ignazîna, molti saluti a mammà ecc. ecc. ecc.
     
      Il vostro affezionatissimo amico e servitoreG.G. Belli
     
     * * *

      Alla Nobile e gentil Donna
      Signora Vincenza Perozzi Nata Marchesa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 5 luglio 1842
      Nulla meglio che la vostra spaventosa e funesta lettera del primo corrente potea dimostrarmi la sconvenevolezza di chiamar buona Ignazîna una donna che smentisse in un punto ogni buon credito in cui la ebbi tanti anni. Ma quando Voi stessa che mi fate rimarcare il mio errore, voi stessa la dite dipoi una sorella che formava l'orgoglio della famiglia; quando, in proposito dell'aria ingenua de' suoi esterni modi, aggiungete che vi sareste tutti rimproverati come un delitto il formare il più lieve sospetto sulla sincerità sua; quando in altri fogli precedenti, e specialmente in quello di annunzio della morte di vostra Zia, me ne faceste sempre onorevol menzione; tuttociò stabilisce che a di lei riguardo vivevate in inganno anche voi che ve l'aveste continuamente sott'occhio, e giustifica quindi la mia buona fede, se, mancandomi agio e occasione di considerarla da presso, io regolava i miei giudizi sulle altrui relazioni, sulla apparente di lei tenerezza pe' suoi congiunti, e fino sulla soverchia rigidità di coscienza che molti anni indietro la consigliò di troncare ogni epistolare corrispondenza che me povero profano, pel solo motivo che io non le apparteneva per vincoli di sangue.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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