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      Poteva io però crederla alquanto scrupolosa e forse un poco pinzochera; ma ipocrita e perfida non la tenni giammai. Queste turpi sue qualità le imparo oggi per la prima volta, e me ne sento raccapricciato. I caratteri che accompagnavano la di lei partenza e distinguono il tradimento col quale ha ferito la misera madre, e voi, e la nipote, e i parenti, e gli amici e il proprio onore, le meriterebbero un nome di cui voglio risparmiarvi il suono mortificante fra tante altre amarezze da cui avete oggi l'anima oppressa. Ma se di tanto biasimo si è ella coperta, se tal macchia (come voi dite) ha portata al nome della sua casa, se con sì nero obbrobrio ha corrisposto all'affetto di due zii che scendendo nel sepolcro provvedevano amorosamente alla di lei felicità, quale esecrazione non meritavan poi que' ribaldi che han fatto sì tristo mercato della di lei debolezza? Ecco la necessità di una vita e di un tribunale fuor della terra: ecco il bisogno di un rimuneratore non passibile di umani rispetti, e pel quale i gradi, i caratteri, i nomi, le convenienze, la falsa carità, la riguardosa politica (vere tirannie di questa nostra massa di vermi soggetta all'orgoglio, all'avarizia e alla concupiscenza di tante tronfie e ridicole gerarchie) son fumo simile a quello in cui converrebbe risolvere i vigliacchi e crudeli insidiatori delle inermi vittime di cieca credulità e di sconsigliate passioni. Ma pure come taccion le leggi? Come si lascerà fra le zanne del lupo la sostanza di una debole agnella che cede a una seconda seduzione per redimersi dalla prima, o per giustificare un malfatto con un fatto peggiore?


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246