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      Nulladimeno non è necessario alla vostra perspicacia che io vi faccia avvertire come la stessa prudenza, consigliatrice di vigilanza, suggerisca altronde il precetto che la vigilanza medesima assuma un carattere di franchezza e disinvoltura, poiché se mai si presentasse inopportuna e importuna sotto l'aspetto di diffidenza ed inquisizione, potrebbe da un eccesso di cure snaturarsi il buon frutto che si coltivi, inducendo nelle svegliatissime teste giovanili la curiosità di penetrare il perché di una indagine suppositoria, la quale in tal caso non derivando da alcun male preesistente, diverrebbe per avventura origine ella stessa o di male più artificiosamente commesso, dove le occasioni lo secondassero, o vagheggiato almeno qualora le circostanze nol favorissero: sempre pessimi effetti della diffidenza reciproca che fosse entrata di mezzo fra l'osservato e l'osservatore. Conchiudendo però questo noioso mio squarcio di morale educazione, mi confesso persuasissimo che voi, così sagace ed illuminata, converrete con me nel ritenere che la miglior vigilanza e la più proficua sia quella che senza rallentar mai della sua intensità, e senza mai interrompere la continuità sua, simigli piuttosto un blocco che non un assedio. Sono anzi convinto che questo e non altro sia il metodo che si segua tanto da voi quanto dal buon Pirro, che pregovi salutarmi.
      Rettissimo, e ricco assai di giudizio, io stimo il discernimento di Matildina nel regolarsi ne' diversi incontri de' suoi contatti sociali, e solidissimi i di lei criterii nel formarsi concetto degli uomini coi quali le civili convenienze la espongono ad incontrarsi.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





Pirro Matildina