Pagina (112/246)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Insomma io vi aveva detto la verità. Ciro è buono, modesto, non bello, non deforme, poco lusinghiero, e risguardante le donne stimabili cogli stessi riguardi che usa agli uomini di egual merito. Colle giovanette, lo so, è anche più riservato che colle adulte, particolarmente ne' primi periodi della conoscenza, e più le stima e più si regola così. Tutte queste cose io le ho cavate dalla osservazione, perché egli non ne tien mai proposito; e son sicuro che se vorrò sapere quel ch'egli pensi del fisico di Matilde, dovrò espressamente interrogarnelo: altrimenti non ne udirei da esso una parola. Lo ha giudicato benissimo. È un piccolo stoico. Posso però assicurarvi che il di lui animo è candido e affettuoso: chiunque peraltro dovrà far vita con lui dovrà contentarsi più di buoni fatti che di belle parole. Così debbo contentarmi ancor io. Circa alla barba vedo che non ne avrà mai molta: nulladimeno gliene crescerà quanto basti a mostrarlo uomo robusto. Lo sviluppo materiale è stato in Ciro sempre più lento che lo sviluppo morale. Simile procedimento non mi dispiace. Gli sviluppi nel fisico molto precoci fan sì che una funzione cresca a spese dell'altra. Su questo articolo però non so bene spiegarmi, e non vorrei dire spropositi. Uditene Pirro, che di siffatte faccende è giudice competente. Ma in quanto al lasciarsi Ciro crescere la barba, quando ne avrà tanta che meriti il vocabolo crescere, non solamente troverebbe una opposizione ne' sentimenti miei, che finalmente si piegherebbero alle circostanze quando il meglio non ne andasse di mezzo: il maggiore ostacolo lo incontrerebbe nella opinione di chi fra noi regola la battuta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





Matilde Ciro Pirro Ciro Ciro