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      Intanto io non so positivamente se o quanta notizia de' fatti da Voi narratimi sia pervenuta a questa famiglia. Combinando però i dati generali e desumendone una illazione, mi sembrerebbe che, almeno in parte, ne fosse istruita, poiché ad altra causa non saprei attribuire il recente viaggio del figlio per codesti paesi, in tempo di carnevale e nel cuore di una stagione inclemente. Una semplice visita si fa in altri tempi. Ma il giovane sarà stato bene informato della verità? Ne dubito assai.
      A Voi pare impossibile che io non conosca il Pigault. Infatti lo conosco, avendone fatto lettura in mia gioventù. In caso diverso non sarebbe or più tempo di leggerlo, e resterei senza la soddisfazione che già provai nello scorrere quelle spiritosissime opere. Pigault non cede in ispirito a Voltaire, secondo quanto io ne penso.
      Mettendo ora mano al paragrafo de' saluti principiamo dal Sor Pirro che mai non avesse altrimenti a salire in sui fummajuoli per sospetto di dimenticanze. Salutatemelo dunque tre volte, e se non gli basta il terque, dategli anche il quaterque, e mandiamolo contento quel crestosaccio. Poi salutate Matilde con qualche distinzione di affettuosità. Son vecchio: si può azzardar la parola. Poi salutate Mamà con Checco, e tutti e due pregateli a ricordarsi del Vostro affezionatissimo servo ed amico e dal figlio suo che Vi dice a tutti: Mille cose amichevoli.
     
      G.G. Belli
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      Signora Vincenza Perozzi Nata Marchesa Roberti


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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