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      Se dunque tornaste a Morro un mese prima del tempo indicatomi non ce l'ho colpa. Io scrissi la mia lettera tempore abili, come dicono i curiali, che la san lunga più delle mogli dei medici. Ma questo, al postutto, l'è un incidente che non monta una scorza di noce.
      Sicuro, Ciro si divertì, cosa che da quelle parti non gli accadrebbe attualmente. Egli vi porge i suoi rispettosi saluti.
      Non capisco bene come la morte di uno zio scompigli il matrimonio d'un nipote, quando questo nipote non è morto, ed ha un altro zio che non è morto, e che pareva avesse intenzioni che non sembravano dover morire neppur esse, e v'era in mezzo a tanti vivi un buon principio d'attaccamento che forse nemmeno esso è ancor morto, seppure fra gli altri miei imbalordimenti non debba io contare ancor quello di non saper più
     
      Distinguere dal brodo lo stufato
     
      (Petrarca)
     
      Una giovanetta che si disgusta del matrimonio per lo scompiglio di un matrimonio, sembra mostrar chiaro che il suo cuore sta in viaggio, e chi lo cerca nol trova a casa.
      Salutate Mammà, Pirro e Matilde. Sono con distinta stima
     
      Il vostro affezionatissimo servo ed amicoG.G. Belli
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 2 agosto 1849
      G.[entilissima] A.[mica],
      È vero non v'ha dubbio, avete ragione: mi son fatto un poltronaccio; e la mia poltroneria giunge al segno di lasciar correre senza osservazione né riscontro il grazioso paragrafetto vostro intorno al matrimonio di Ciro, paragrafetto non molto dissimile in natura dalla vecchia manna del deserto, dotata di più sapori secondo il gusto e l'intendimento di chi se l'accostava al palato: a malgrado de' quali pregi, pizzicanti un po' del miracoloso, lasceremo il paragrafetto nel dimenticatoio, come già vi lasciammo (dopo alcune poche parole) l'altro articoletto vertente sulla mia devozione verso quella gentil Signora che non va più nominata.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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