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      La povera Nanna cessò di vivere circa dieci mesi indietro lasciando il poco che aveva alla Petronilla, che, assai decaduta di aspetto, campa ora alla meglio o alla peggio, ma ignoro dove attualmente dimori. Ce ne andiamo l'un dopo l'altro, e ormai sembrami o d'essere divenuto in Roma un forastiere, o di non abitare più in Roma, tanto mi si è rinnovato il popolo attorno. O lasciare o esser lasciati: ecco la nostra sorte; e chi più va oltre negli anni sconta il beneficio della esistenza col dolore del restar solo, perché ai vecchi nuove amicizie non toccano o giungono tarde per allignar loro nel cuore. Ben grato favore mi renderete nel ritornare i miei saluti alla Marchesa, e alla buona Matildina, serbandone bella porzione per Pirro se non è ancora tornato dalla futura residenza della figliuola.
      Sono con molta stima e rispetto
     
      Il vostro affezionatissimo e obbligatissimo amico e servitoreGiuseppe Gioachino Belli
     
     * * *

     
      Alla Nobile e Gentil Donna
      Sig.ra Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
     
      G.[entilissima] A.[mica],
      Riconosco la mia pigrizia, la confesso, eppure non penso affatto-affatto a correggermene, persuaso della inutilità del tentativo in una età nella quale tuttociò che possa un uomo fare di meglio è prepararsi pel più o meno prossimo termine della vita, avendo il vecchio molto maggior motivo che non il giovane di tener sempre sugli occhi la sentenza di un poeta popolare di Roma:
     
      La morte sta anniscosta in ne l'orloggiPe ffermavve le sfere immezzo all'ora;


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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