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      Ditemi: sto bene, e mi basta.
      Ciro ha di già sorpassato alcun poco la mia statura. Si mantiene sano e robusto, ed è di un carattere amabilissimo. In questi giorni ha dato pubblico saggio di matematiche, eloquenza italiana e latina e musica; e gli sono stati aggiudicati quattro premii. Nell'anno venturo si esporrà in lingua greca, logica, metafisica, e fisica generale.
      Vi prego di dire mille parole amichevoli per me a Pirro e alla mia cara Matildina, a cui voglio più bene che a Voi; e benedetta la sincerità. Però Madamigella poteva dire a Mammà: perché non iscriviamo due righe a Nonno e a Belli? Ma pure deve averlo detto, e Voi non le avete voluto dar retta.
      Salutatemi anche la Marchesa e Checco. Ditemi, se vi piace, come si è calmato Rutilj. Finalm[ent]e i miei rispetti al S.r Caro [sic] Liberati e alla S.a C[onte]ssa Bonarelli.
      Sono con vera stima e amicizia
     
      Il vostro aff[ezionatissi]moBelli
     
      P.S. - La mia testa va sempre al solito.
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 14 Novembre 1839
      Amabilissima amicaNé posso ancora comprendere come la posta di Morrovalle vada sì zoppa. Ecco quì: la vostra lettera del 3 non è giunta che il 12. Nove giorni per passare dalle vostre mani alle mie! Ma noi non possiamo affrettare il corso delle testugini [sic] . Dunque la pazienza è il miglior rimedio dove manca miglior medicina.
      La figlia vostra, o cara amica, comincia a scrivere con una grazietta che incanta.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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