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      Tuttociò non è quanto io vorrei e potrei sviluppare circa l'attuale quistione. Ma basti per ora, e poi c'illumineremo a vicenda nel conversare. Intanto persuadetevi che il passato mio scrupolo sul viaggio di Ciro non aveva alcuna relazione con simili propositi, ma si fissava nell'unico pensiero che se la scelta potesse un giorno cadere su lui, mi dorrebbe assai che fosse il mio figlio colui al quale in un colla sorte felicissima dello appartenervi toccasse l'uficio di attraversare i progetti della vostra buona sorella. Io vorrei tutti contenti.
      La più bella delle tre sciarade di Pirro è quella del Cortigiano. Son poi tutte e tre facilissime. La terza del Vapore porta quasi la sua spiegazione scritta in fronte. Bisogna dare veri, giusti, esatti elementi allo spirito della soluzione, ma un po' di buio convien pure cacciarvelo dentro: altrimenti finisce col se c'indovini te ne do un rampazzo. Il Cortigiano tocca il perfetto in questo genere di enimmi.
      Circa alla 1a ottava del C.o XIV non v'è alcun dubbio che il Tasso parli della Notte. Egli dice nettamente la notte oscura. Né è vero quel che a voi pare, cioè che la ruggiada [sic] cade solo nell'avvicinarsi dell'aurora. Essa cade in tutta la notte ma è più sensibile verso l'aurora, perché allora è più fredda la terra dopo più ore di abbassamento di temperatura. La moderna teoria del calorico radiante spiega per eccellenza le cause e le condizioni della formaz[ion]e della rugiada. Fra tante cose non vi è restata carta per Matildina.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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