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      Del resto, cara Amica, non avevate bisogno con me né di giustificazioni né di schiarimenti. Bastava che mi fossi giustificato io con voi altri. In quanto all'altro punto sulla gita di Ciro in Casa Perozzi Ettore a Macerata, le cose stanno così. Tempo fa io dissi con una certa mia compiacenza alla S.a Pellegrina Cini: in settembre mando Ciro a Morrovalle. Ciò si ripeté poi nella famiglia Cini quando vi erano Ettore e Rita. Essi gentilmente invitarono Ciro anche a casa loro, colla clausola del prendere per un affronto il rifiuto. La nostra risposta fu un generico ringraziamento al cortese invito, senza specificar poscia né il sì, né il no, né il come, né il quando, né il quanto, né il prima, né il dopo, né il fra, né altro articolo di qualsivoglia natura. Una negativa a una obbligante profferta neppur era decente, ed anzi avrebbe potuto farsi origine di asprezze fra noi ed essi, fra essi e voi. Certamente una visita bisognerà che Ciro lor la faccia; ma egli viene da Voi, e questo è il motivo del viaggio alla Marca. Costì poi combinerete le cose alla meglio e con decente soddisfaz[ion]e di tutti. Mi piacerà anzi assai se mio figlio vi troverà al Casino. Questa circostanza preverrà ogni etichetta di precedenza, perché, se steste a Morro, i primi non lo vedreste voi altri, ed egli potrebbe trovarsi imbarazzato dalla sua stessa civiltà e dalla civiltà de' vostri parenti.
      Il premurare è una parolaccia da confessarsi alla prima domenica. - Ed oggi come state, Belli? Così così, ma in piedi.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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