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      Certo è che i moccoli di Drollino erano d'una specie affatto particolare. Li pronunciava a mezza voce, con un tono secco, stridente, come se masticasse dei bottoni di porcellana. La Milla però li capiva e se Miss Spring non era vicina lo sgridava. - Ah! Drollino! non sta bene! - diceva con un'aria patetica di rimprovero.
      E Drollino a furia di sentire quella vocina dire che i moccoli non stanno bene cominciò ad arrossire ogni volta che, per caso, gliene sfuggiva detto uno. Non già che non fosse stato mosso qualche appunto al suo linguaggio, anche prima; ma chi gli faceva queste osservazioni gliele faceva a suon di ceffoni e di tirate d'orecchio ed egli trovava più comprensibile il linguaggio di Milla.
      Erano bimbi affatto e giocavano di gran cuore. Egli le usava certe attenzioni, delle quali nessuno l'avrebbe creduto capace. Le compose un'altalena, e le rimproverò la sua dappocaggine e la sua paura dei cavalli. Le portava degli uccellini semivivi, dei gatti d'una magrezza incredibile; una volta le portò persino una marmotta, ancor mezzo addormentata. Essa serbava spesso per lui qualche dolce del desinare. Allora Drollino, che era fiero e non voleva mangiare i dolci a ufo, le recava delle pesche stupende rubate per lei con somma maestria e non lieve pericolo, dal frutteto stesso della villa. La bambina, complice innocente, mangiava con piacere le frutta proibite! Invertita, ma pur sempre la scena eterna di Adamo ed Eva!
      Il Principe aveva visto più volte sul viale i due piccoli compagni di gioco, ma la cosa non gli fece la minima impressione.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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