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      Passa rapida come un lampo, e Drollino non vede la mano del Duca correre sotto l'ala del cappellone nero e posarsi, imperiosamente morbida, sulla spalla della Duchessa.
      Il personale della tenuta era quasi tutto riunito al cancello del viale d'ipocastani. La balia di Milla e la fattoressa piagnucolavano, affettuosamente, parlando della loro piccina che tornava, ed era sposa! Era un sussurrìo continuo di osservazioni, di ricordi, di pronostici.... e il coro non faceva sosta se non quando s'udiva da lungi sulla via il rumore d'un veicolo. Allora le parole si facevano tronche... sommesse... Ora viene... è lei... a momenti... è qui. Ma non era mai lei, e intanto annottava.
      Finalmente s'udì un galoppo continuo, concitato... Sono loro di certo. E tutti ritti in punta di piedi, per veder meglio e prima. Ma no... era Drollino.
      Lui a briglia sciolta, coi capelli al vento, pareva un indemoniato. Mia era tutta bianca di schiuma. Con due sbalzi, cavalla e cavaliere oltrepassarono il cancello fra le due ali di folla che davanti a quell'arrivo precipitoso s'erano ritirate gridando. Drollino non si fermò a dar spiegazioni, corse via sempre di carriera, e scomparve quasi subito nella direzione dei pascoli.
      La carrozza coi quattro cavalli non giunse che venti minuti dopo.
     
     
     
      IV.
     
      Alla torre bruna del campanile, l'orologio, serio e grave, annunziava le dieci e mezzo. Il desinare degli sposi era finito da non molto, ed il Duca, parlando languidamente della stanchezza dei viaggio, aveva subito condotto Milla di sopra, della loro stanza.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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