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      Era l'ombra di Drollino.
      Il giovane palafreniere s'era trovato lì senza sapere come, nè perchè.... Quel fracasso infernale del tinello l'aveva stordito; era uscito per respirare un po' d'aria fresca, e camminava in su e in giù sulla grande spianata. Si fermò un momento dietro alla macchia delle serenelle, guardando come trasognato la doppia scalinata che sale sulla facciata della villa e fa capo alla terrazzina del primo piano. Sapeva esser quello l'appartamento destinato agli sposi.
      La brezza notturna si mette improvvisamente in moto. Allora tutto quell'arruffio di piante arrampicanti, avvinghiate alla balaustra, s'agita, freme, i fiori oscillano, rizzano le pendule teste sui rami curvati ad arco. Anche loro vogliono vedere: come lui.... Perchè?... Cosa importa ai fiori delle fatali ore umane? E cosa importa a lui, a quel giovane ineducato, mezzo zingaro, mezzo selvaggio, che se la dice e sta coi cavalli più volentieri che coi pari suoi?
      La finestra s'aprì impetuosamente. Milla apparve.... lassù sul terrazzino. Non aveva più il suo elegante vestito da viaggio; la sua personcina, minuta, snella, era avvolta in un'ampia douillette di casimirra bianca. E subito, alle spalle di Milla, ecco il Duca.... Milla voltò il visino smarrito verso la luna.... quella vecchia amica di tutte le gioventù! Ma egli no, non lo guardò neppure quel disco pallido e muto.
      Parlava, e il vento portava le sue parole, brevi, tronche, come soffocate:
      - Ma che idea! vieni, amor mio.... vieni.
      Essa rideva, appoggiata, stretta alla balaustra, come una rondine che, in tempo di bufera, si stringe alla gronda.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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