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      Ma ora, la pace era completa. La facciata della villa taceva nella molle bianchezza che l'illuminava.
      Un subito pensiero scosse Drollino. Provò un impulso.... quello di destare ancora, tutti con un grido d'allarme: al ladro.
      Ma si trattenne, con uno sforzo violento che gli fece provare come un senso di stringimento alle fauci.... Ah Cris....
      Ma non potè finir quella parola... neppur quella...
      Allora, come se lo avesse colpito un subito spavento, fuggì rapidamente pel viale e scomparve nell'ombra, sforacchiata dai cerchiolini argentei che piovevano a terra, sotto il traforo del fogliame.
     
      Pochi giorni dopo, il Duca e la Duchessa vennero, in carrozza s'intende, a visitare i pascoli. Le puledrine erravano, sgambettando attorno alle madri, che posatamente pascevano, alzando ogni tanto le teste per guardare, con quei loro occhi calmi e profondi, l'orizzonte sereno del piano. Qualche gaio nitrito echeggiava qua e là nelle mandrie e le grandi biche del fieno maggengo profumavano l'atmosfera, accanto ai casolari.
      Drollino, osservava con piena soddisfazione l'equipaggio, una leggiadra vittoria attaccata a due nervosi cavalli ungaresi. Stava un po' in disparte, di fianco alla carrozza. Che cosa curiosa era mai quella Duchessa! La sua piccola persona scompariva quasi nell'ampiezza della vittoria e nell'intricata vicenda di trine bianche e thibel grigio tenero della sua stupenda toilette di primavera, ma la bianchezza dell'incarnato, la delicatezza squisita dell'ovale e la grazia soave della fisonomia componevano nello sfondo roseo dell'ombrellino aperto, un quadretto supremamente gentile.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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