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      - Oh Dio! Giuliano! cos'è accaduto?
      - È accaduto - sbuffò il Duca, - è accaduto che questa casa è una Babilonia, e che c'è bisogno di riforme più del pane. Hai dei bei tipi, sai, fra questi tuoi dipendenti! Ma lo manderò via quel biricchino, lui e la sua rozza.... per insegnargli....
      E le raccontò la storia, a quel modo, con delle minaccie rabbiose di fare, di disfare, di metter tutto all'aria.
      La Duchessa trovò ch'era un abbominio, e che Drollino avrebbe dovuto stimarsi ben fortunato di cedere, non una, ma cento Mie a Giuliano. Ma, mentre condannava Drollino, sorrideva a Giuliano con una soavità biricchina di donna felice.
      - Oh! che sciocco è mai colui.... E tu, Giuliano, non te ne curare.... Per una cavalla! non son tutte tue quelle dei pascoli e delle scuderie?... E se vuoi, falle venir da Londra, là, dove dici che son così belle.... Non pensar più a colui. È una cosa da nulla.... - E per quella cosa da nulla prodigava baci, carezze, soavità di sguardi e di parole da bastare alla felicità di tutta un'esistenza.
      Giuliano era disarmato, e il suo terrore delle scene, la sua pigrizia naturale finirono di placarlo. Tralasciò di borbottare, e fu lui che calzò l'altra pantofolina celeste sul piede rosa (grande come un biscottino di Novara) della sua Milla.... Ma la collera non era completamente passata; gli rimase una certa uggia verso Drollino. Quel monello, che cavalcava come un cavallerizzo, che si permetteva d'aver una cavalla propria, che aveva avuto l'ardire di rifiutarsi a cedergliela, gli dava sui nervi.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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