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      Egli aveva l'aria contenta, molto contenta; essa da lontano le mandò un sorrisetto amichevole, festoso, a cui la Duchessa tentò rispondere con uno sforzo che le parve faticosissimo. Il mare, sotto all'impalcato, diceva, nell'eccitamento ondoso della notte sopraggiunta, delle cose gravi e severe, che nessuno ascoltava. I tappi delle bottiglie volavano ad ogni momento, oltre le balaustre di legno, e andavano a posarsi sui dorsi e sulle irrequietudini delle spume candide, nel buio.
      Finalmente, quell'angoscia crudele ebbe fine. La Baronessa e la sua comitiva s'imbarcarono per Livorno.
      Ma non prima d'aver combinato coi bagnanti della Spezia una seconda gita. C'erano le regate a Genova; s'andrebbe tutti assieme alle regate.
      Milla si sentì morire.... E mentre il vaporetto illuminato s'allontanava rapidamente sul mare, bianco di raggi lunari, essa diceva a sè stessa:
      - Stanotte gli domanderò....
      Giuliano era di cattivo umore tornando a casa. Lo sciampagna non valeva nulla, disse a sua moglie. E non aveva sonno. Era quasi impensierito. Non triste, un po' irritato. Pure, a Milla, pareva più affascinante che mai. E irritata anch'essa, malaccorta, impetuosa, entrò bruscamente a interrogare: - Perchè quei due avevan detto così?...
      Giuliano s'alzò di botto, e sul viso stravolto di sua moglie lesse l'avvicinarsi d'una scena.
      S'alzò, s'inchinò lievemente e passò nella camera vicina.
      E Milla rimase col martellamento della gelosia, col dubbio d'essere stata una gran sciocca, col terrore d'aver offeso Giuliano.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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