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      La casa era in ordine, gli appartamenti in pieno assetto. Ma il capo di scuderia, quell'inglese antipatico, aveva, laconicamente sì, ma colla più testarda ostinazione, chiesti i suoi otto giorni.
      Proprio in quell'epoca! Andava via all'ultimo di settembre, e verso i due o i tre d'ottobre capitavano i conti Garbi, i primi fra gli invitati.
      Giuliano era sulle spine. Come supplire lì per lì? E per l'appunto gli premeva immensamente d'avere in quei giorni un servizio elegante, inappuntabile di scuderia. Voleva telegrafare a Parigi, a Londra, a Napoli.
      Ma il signor Damelli gli diede un suggerimento più pratico:
      - Provi Drollino.
      - Drollino! - disse il Duca, attonito e scontento. - Drollino!
      Poi, ripensandoci, cominciò a persuadersi.... Dopo tutto.... aveva un personale adatto, quel monello! E, ormai, della sua valentìa non poteva più dubitare.... tutti lo designavano pel più intelligente ed elegante fra i direttori della tenuta.... È vero che era un caratteraccio caparbio, insolente..., ma.... per la circostanza poteva tornar utile; e il Duca non pensava certamente a nutrire rancori verso un palafreniere che per ignoranza, senza dubbio, era stato disobbediente ed ostinato.
      Non disse nulla, però, al signor Damelli. Si rivolse invece alla Duchessa.
      Milla, lietissima, ringraziò con effusione Giuliano.... per quel pensiero così delicato. E subito mandò a chiamar Drollino.
      Quando se lo vide davanti serio, quasi cupo nel sembiante, rimase per un momento imbarazzata, e l'esito della commissione non le parve facile come le era parso un momento prima.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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