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      Drollino vide tutto ciò. Sentì uno strano rimescolìo.... Ah! la padroncina piangeva.... la padroncina pregava.... Ed egli sapeva perchè.... Battista, il cameriere del Duca, aveva detto un giorno, tra due bicchierini di cognac: - La signora ha paura della Russa.... - E aveva ammiccato, in modo che si sapesse, che si capisse, perchè la padrona aveva paura della Russa.... Drollino fece avanzare i cavalli sino a che la vittoria fosse proprio di fianco alla porta; poi, gettate le redini fra le mani del domestico attonito, fu d'un balzo a terra. Rialzò il mantice e abbassò il grembiale di cuoio; porse quindi rispettosamente il gomito alla Duchessa per aiutarla a salire.
      Allora soltanto Milla lo ravvisò. Sul suo visino stravolto passò il mesto sforzo d'un sorriso.... essa aveva ancora tanta voglia di piangere!... Ma nel suo sguardo stanco c'era come una inconscia preghiera, un ignaro appello alla compassione e alla simpatia. Essa era tuttora agitatissima; calda ancora del recente slancio religioso, aveva il cuore pieno di quell'entusiasmo profondo della preghiera che, di tutto, fa anima e fraternità! Ci voleva ben poco per maggiormente commoverla. Infatti, la vista di quella persona, ch'ella sapeva essere affezionata a lei, alla memoria del padre suo, le fece in quello strano momento un effetto non meno strano. Nel dolore delle sue inquietudini, del suo isolamento morale, Drollino le parve quasi un amico. Lo guardò con una dolcezza ignara, ma affettuosa, e per un momento, senza saperlo, come una persona stanca che cerchi un appoggio, trattenne la sua mano nuda, tremante, su quella, guantata di camoscio, che Drollino teneva pronta per aiutarla a salire.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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