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      Non fece discorsi lunghi.
      - La comprendo e la compatisco, - mormorò dolcemente. Poi, mentr'ella lo guardava smarrita cogli occhi grondanti lacrime, ingiunse pacatamente: - Ora bisogna far due cose. La prima: perdonare.
      Essa ebbe un lungo brivido. - E poi? - chiese con un'appassionata ironia.
      - Bisogna vivere.... - rispose semplicemente il padre Loria.
      Un'ora dopo, quando il vecchio prete uscì dalla camera della Duchessa, s'imbattè subito col Duca, il quale, impaziente ed inquieto per il lungo protrarsi del colloquio, camminava a gran passi in su ed in giù nel corritoio. Confessore e marito scambiarono un saluto cortesissimo.... ancor più cortese di quello dell'arrivo.... ma non meno diffidente e pieno di mutua avversione.
      Giuliano sentiva qualche cosa nell'aria. La minaccia, per esempio, d'una spiegazione, che ora, suggerita dal prete, gli pareva di nuovo formidabile ad incontrarsi. E fu per lui un vero sollievo quando udì dalla cameriera che la signora, stanchissima, aveva raccomandato la lasciassero riposare.
      Milla aveva riposato...; ma ora era spossata.... Quel riposo era stato in realtà una delle più aspre battaglie intime del suo povero cuore offeso e innamorato a un tempo. La religione aveva dato un consiglio; e la natura e la gioventù l'avevano avvalorato, con un assenso segreto...; ma l'orgoglio aveva avuto anch'esso la sua ribelle parola.
      Il crepuscolo invernale, prolungato dal bianco riflesso della neve caduta e da quella tuttora cadente, scendeva lento, in una mezza luce grigiastra.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





Loria Duchessa Duca