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      - Giuliano! - ripetè a voce più alta, voltandosi verso la finestra d'un salottino a terreno.
      Giuliano, obbedendo a quel gaio appello, comparve finalmente nel vano interno della finestra. Il suo busto emergeva nello sfondo bruno del vuoto, e la sua faccia campeggiava bene, così bianca, e con tanto oro di capelli e di barba. Guardandolo, però, pareva un poco invecchiato, e, sotto ai suoi begli occhi azzurri, alcune rughette, appena percettibili, s'eran dato convegno. Aveva anch'egli un'espressione ilare e soddisfatta, ed il profumo del suo biondo sigaro d'Avana giungeva sino alla macchia delle rose, mischiandosi in istrana guisa coi loro forti e vari olezzi.
      Milla lasciò la macchia e s'accostò al davanzale. Colla destra teneva sola la famosa rosa verde, colla sinistra serrava un mazzo di stupende rose Gloire de Dijon.
      - Sai, Giuliano, non mi piace!
      - Cosa?
      - Questa rosa.
      - E perchè non ti piace?
      - Perchè non è una rosa schietta come le altre; ha voluto far l'originale, e ciò non va bene.
      - No?...
      - No! bisogna aver buon senso, e fare ciò che fanno gli altri. E di ciò son tanto persuasa, che non voglio predicar bene e razzolar male. Non voglio essere come la rosa verde. Dunque, a giugno, andremo ai bagni!
      - Ma, mia cara, che bisogno c'è di andare ai bagni, se non ne hai voglia? Potremmo benissimo rimanere qui.
      - Sì, che ne ho voglia! E poi è giusto; so che, a lungo andare, la campagna ti annoia. Andremo ai bagni.... dove vorrai tu, ben inteso, e poi.... torneremo qui! Ah, qui si sta così bene, non è vero?


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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