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      ... Si vegeta in questa baracca, in questo nido di.... colombini.
      E strizzava gli occhi sorridendo sguaiatamente, con un'espressione che tentava d'essere ironica.
      - Bisogna vedere il mondo.... ragazzo mio.... Andare di qua, di là..., a Parigi.... a Londra.... fare come ho fatto io col signor Duca.... Ah! allora però.... non erano i tempi buoni come adesso!... Denari, ora, denari come terra.... Il signor Duca.... non dice mai di no.... quel briccone! Sfido io, sfi....
      Ora si trattava di mettersi pel viale, e c'era da passare la porticina. Fu una vera impresa che Drollino condusse a buon fine, impiegandovi però più d'un quarto d'ora. Poi dovette aiutare colui a percorrere il viale, evitando di urtare i tronchi degl'ippocastani, in quell'ombra fitta che Battista faceva risonare delle sue frasi sempre più sconnesse d'ubbriaco di buon umore. Ma, come Dio volle, giunsero sulla spianata.
      Erano scoccate le dodici; la villa dormiva quietamente, con tutte le finestre chiuse, nel silenzio della notte.
      Battista continuava a parlare, consigliando fervorosamente Drollino a imitarlo, a star allegro, ad assicurarsi.... le bontà del padrone. Gl'insegnava che i padroni vanno tenuti per il collo, vanno! E non bisognava star ingrognati, bisognava essere come lui, allegri, sollazzevoli.
      E subito, colla voce avvinazzata, si pose improvvisamente a cantare le prime strofe d'una canzonaccia.
      - Cristo! - sclamò a bassa voce Drollino, tappandogli la bocca colle mani, - taci, mascalzone; potresti destar la signora Duchessa!


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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