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      - Non ce n'è quasi più - disse, facendo ballare fra le dita due o tre monete. - Io però le godo e sto allegro, e fo star allegri gli altri, mentre tu.... Che bocca amara m'è rimasta!... A dir vero, il Duca fa le cose bene.... da gran signore, non è vero?
      Drollino assentì. Certo; il Duca pagava bene il loro silenzio.
      - Eh! - continuò Battista con una risata maligna - non gli conviene a far diversamente. Davvero, si troverebbe in un bell'impiccio se a me saltasse il ticchio.... Perchè, capisci, l'andrà; finchè mi pare, ma se un bel giorno colui mi rompesse proprio le tasche, io vado da lei, e le rifiato tutto quanto; capisci?
      - Ah! le rifiati tutto quanto.... Andiamo, via, non sei capace!
      - Io non son capace!... L'avresti a vedere. Vado là, franco come uno schioppo, e le conto la storia. Signora Duchessa; succede così e così. Il suo signor marito va a Genova per abboccarsi coll'avvocato.... E l'avvocato, Dio mi danni, è la Russa.... quella Baronessa che.... se l'è tornato a prendere per vendetta.
      - Per vendetta? - chiese tranquillamente Drollino, stendendo appiè del letto la sua snella persona.
      - Sicuro - continuò Battista, che, passato il primo momento di dispetto, trovava ora un certo gusto a potere finalmente parlar con qualcuno di quella cosa così gustosa e proficua. - Ce l'aveva amara con la Duchessa, perchè qui erano accadute quelle scene, ti ricordi? Bene, dunque, quando noi fummo a Napoli, essa scrisse al padrone. Ma questi aveva ancora la paura che gli morisse la moglie, e non rispose.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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