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      Egli pensava così, e sul suo capo il cielo azzurreggiava intensamente, il sole irradiava la sua strada, la campagna amena, sorridente lo accompagnava colle sue verdi, infinite giocondità.
      Per un po' quei due scappati da casa chiacchierarono allegramente. Ma, quando furono al principio della discesa, Giuliano disse a Milla:
      - Ora, carina, fammi il piacere di star quieta per un momento; siamo vicini ad una certa voltata alla quale bisogna star attenti. Ci vuol occhio e un cavallo sodo.
      - Oh! Mia è una perla - rispose Milla, crogiolandosi nel suo cantuccio e imitando scherzosamente la posa classica d'un groom a cassetto.
      Giuliano serrò il freno della meccanica, e, benchè la discesa non fosse ancora principiata, mise Mia al passo.
      Drollino, dietro al muro del cimitero, aveva udito da lungi il passo di Mia. Oh! quel passo della sua cavalla!... l'avrebbe riconosciuto fra mille. Sentì nel cuore un gran schianto, una ribellione tremenda. Ma non cedette. Solo per esser più sicuro, guardò ancora una volta oltre il sommo del muricciuolo.
      No, non s'era ingannato. Sulla strada il sole batteva splendidamente suscitando dei riflessi abbaglianti nei cristalli dei fanali. Ma ciò non gli impedì di ravvisare Mia, l'americana, la barba bionda del Duca, e accanto a lui l'uniforme verde coi bottoni dorati di Battista. Ecco, il momento era venuto.
      Scese, armò il cane della pistola, e, nicchiato dietro il muro, aspettò che la carrozza passasse precisamente di lì. Mormorò due nomi: - Mia e Milla! - Sì, egli liberava entrambe da un ignobile giogo!


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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