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      Nella sua lotta disperata colla cavalla aveva ricevuto da questa un violento calcio nel petto; un braccio era spezzato, e al disopra dell'occhio destro il sangue generoso del giovane, spicciava abbondante da una ampia ferita.
      Il medico del villaggio, chiamato in fretta e furia, visitò sul luogo stesso Drollino, che i contadini avevano adagiato sui cuscini della carrozza.
      Pareva ancora svenuto. Il dottore, dopo averlo attentamente esaminato, si lasciò sfuggire un ehm che non prometteva nulla di buono. Il Duca lo interrogò ansiosamente.
      - Mi spiace - rispose il dottore, - ma temo che i polmoni siano in isconquasso. È un uomo andato.... questione di giorni..., capisce?
      Drollino ebbe un moto ed un gemito. Era tornato in sè.... aveva udita la sua condanna?
      Chi potrebbe dirlo? Sul suo volto macchiato di sangue e di polvere l'espressione era illeggibile.
      Lo trasportarono, semivivo, nella sua antica stanzetta della cascina, al limitare dei pascoli.
     
      La Duchessa s'era addormentata, e Giuliano, ritto a piè del letto, guardava la bella testina serena, adagiata mollemente sul guanciale. Egli aveva voluto, per eccesso di precauzione, che Milla rimanesse a letto durante i primi tre giorni susseguiti al terribile avvenimento. Ma la giovane signora s'era prontamente riavuta. D'altronde, la scossa non era stata eccessiva, neppur per il suo delicato organismo. Svenuta sui primordii del pericolo, ella non aveva assistito a tutte le fasi del disastro: ritrovatasi incolume a casa, e vedendo illeso Giuliano, non aveva pensato che a ringraziare fervorosamente Iddio.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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