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      Le avevan detto che la carrozza s'era fermata a tempo.
      Il Duca, per non arrecarle dispiacere, aveva espressamente proibito che le si parlasse di Drollino. Milla ignorava quella coraggiosa intervenzione e le sue fatali conseguenze. Sempre allo scopo di non affliggerla, non le tennero neppur parola della morte di Mia. Giuliano le asseverò essere lo sparo fatale, che tanto aveva spaventata la cavalla, nulla più che l'opera d'un cacciatore di passere. Milla accettò, senza discuterla, la versione di Giuliano; si calmò gradatamente, tornò lieta e serena. Non era forse Giuliano il suo profeta infallibile e adorato? perchè non gli crederebbe quando per l'appunto egli diceva così? Ecco, per esempio, egli le aveva detto or ora: - Sii buona, e provati a dormire, hai bisogno davvero d'una dormitina. - Ella non sentiva affatto il bisogno della dormitina; pure, a furia di star quieta e immobile, il sonno era venuto. Dormiva ora placidamente, con un abbandono dolce e sicuro, con una mano ancora serrata fra quelle di Giuliano. E così noi, nella calma fiduciosa del suo sonno sereno, vediamo per l'ultima volta la nostra eroina, la Duchessa Milla Lantieri dei Principi d'Astianello.
      Giuliano districò pianamente le proprie dita dalle dita di sua moglie, depose con delicata cura la mano di Milla sulla rimboccatura del lenzuolo, poi quasi furtivamente, in punta di piedi, uscì dalla stanza.
      Era profondamente turbato.... il corso pericolo, quel vedersi, sentirsi di fronte a una morte terribile, e, diciamo pure, anche il pensiero della sorte che aveva minacciata la Duchessa, avevano lasciato nell'animo suo un'impressione grave.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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