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      Il creolo era stato fortemente scosso; non poteva sopportare il ricordo di quel momento, ma il ricordo implacabile non lo abbandonava mai. La sua riconoscenza per Drollino era infinita, e l'idea che quell'infelice morisse, cosė, per loro, gli era penosissima. E, come se non bastasse, gli era giunta all'orecchio una strana diceria, che aboliva intieramente il cacciatore di passere, ed evocava in sua vece un nemico ignoto, implacabile, il quale, edotto del difetto di Mia, ne aveva calcolate le conseguenze, e s'era valso d'un mezzo che non lasciava traccie, e avrebbe infallibilmente sortito i pių funesti effetti, se Drollino, per un'inesplicabile, quasi miracolosa circostanza del caso, non si fosse trovato lė per l'appunto in quell'istante fatale. Ma come scoprirlo questo strano nemico, come garantirsene in avvenire.... a chi chiedere?... Drollino solo forse avrebbe potuto dir qualche cosa. Ma Drollino, poveretto, non era certo in grado di fornir ragguagli: le lesioni interne erano cosė gravi da non lasciar la benchč minima speranza: s'indeboliva gradatamente, aveva continui sbocchi di sangue, ed ogni parola che pronunziasse equivaleva ad un agitare della clessidra, quando gli ultimi granelli di sabbia stanno per cadere lungo la strettissima gola del cristallo.
      In villa e per tutta quanta la tenuta la relazione dell'avvenimento aveva suscitate forti emozioni, ammirazione illimitata per Drollino, e dubbi gravi assai. Da tutti si compiangeva il giovane capo di scuderia, si vantava il suo atto eroico di abnegazione, gli si perdonava ora, in grazia dell'accaduto, il suo carattere aspro e orgoglioso, le bizze, l'indipendenza un po' selvatica del suo passato.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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