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      Un lato della sua mente egli lo tiene vergine sempre di tutt'altri pensieri, salvo i religiosi. Però egli sentirá il maraviglioso e il terribile del romanzo dell'Eleonora; e l'idea della divinitá oltraggiata e della severitá onnipossente, che procede dalla giustizia di Dio, gli ingombrerá tanto l'anima, da lasciargliene una parte ben poca in preda ad altre riflessioni e ad altri affetti. Pieno di spavento, egli chinerá il capo innanzi a Dio; ripeterá anch'egli la nenia delle larve, e finirá esclamando: - Salvami, o Signore, salvami dall'offenderti! -
      Ma avremo, noi, lettori teologi molti? O io m'inganno, o tra di noi sará maggiore il numero di quelli che, facili a scusare negli altri le passioni perché le vorrebbono scusate a se medesimi, si lasceranno andare alla pietá, come al sentimento piú repentino per essi. Cedendo all'impeto delle prime impressioni cagionate dalle miserie d'Eleonora, e non interrogando gran fatto il sentimento religioso, che in essi, a differenza de' tedeschi, riescirá il meno forte, eglino, parmi, diranno cosí: - Una povera vergine innamorata, disperante della vita del suo sposo futuro, inasprita dal peso della disgrazia e della importunitá dei consigli di una vecchia assiderata, perché nell'impeto del dolore (e che dolore!) si lasciò fuggire di bocca la rinnegazione della provvidenza, meritava ella di essere sepolta viva? meritava che il ministro dell'ira di Dio fosse quello stesso amante per cui ella aveva spasimato tanto? meritava che questi alla gelata indifferenza dovesse anche aggiungere la crudeltá della ironia, e continuarla fino all'ultimo della vita?


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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