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      Oibò! non è vero. Que' brutti passi(11) furono malignamente inseriti nelle opere loro dagli editori oltramontani; e la trufferia è manifesta. È egli credibile che gente italiana per la vita cadesse in tanta empietá? Chiunque ama davvero la patria sua non cerca di migliorarne la condizione. Chi tasta nel polso al fratello suo la febbre mortale, se ama lui davvero, gliela tace; non gli consiglia farmaco mai né letto, e lo lascia andar diritto al Creatore.
      E tu, allorché uscirai di collegio, preparati a dichiararti nemico d'ogni novitá; o il mio viso non lo vedrai sereno unquanco. "Unquanco" dico; e questo solo avverbio ti faccia fede che il vocabolario della Crusca io lo rispetto; comeché io, conciossiaché di piccola levatura uomo io mi sia, a otta a otta mal mio grado pe' triboli fuorviato avere, e per tal convenente io lui, avegna Dio che niente ne fosse, in non calere mettere parere disconsentire non ardisca.
      Per l'onor tuo intanto e pel mio e per quello della patria nostra, ti scongiuro ad usar bene del tempo. Però bell'e finito mandami presto quell'idillio in cui introduci Menalca e Melibeo a cantare tuttaquanta, alla distesa, la genealogia di Agamennone miceneo. La via della gloria ti sta aperta. Addio.
     
      Il tuo GRISOSTOMO.
     
     
     
     
      III
     
      ALLOCUZIONE
     
      NEI FUNERALI DEL PITTORE ANDREA APPIANI CELEBRATI NELLA CHIESA DELLA PASSIONE IL GIORNO 10 DI NOVEMBRE 1817
     
      Questo cadavere intorno a cui ci raduna l'onor nazionale e l'entusiasmo dell'ammirazione, questo cadavere era Andrea Appiani pittore. Giá da quattro anni un fiero colpo d'apoplessia lo aveva rapito alle arti ed all'incremento della gloria italiana; ma egli vivea pur tuttavia.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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