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      Nessuno, per altro, tema di rinvenire in quest'opera del signor Bouterweck alcun tratto di quella filosofia che or chiamasi "trascendentale", e che colla sua oscuritá reca fastidio ad ogni lettore che non sia metafisico consumato nelle piú astratte speculazioni germaniche. Egli stesso l'autore rinunziò spontaneamente ad alcune poche idee trascendentali che avrebbero potuto essergli utili, affinché nel suo libro non campeggiasse che quella filosofia che è piana per tutti coloro che non sono affatto inezie ambulanti ed articolanti la voce.
      Ad onta di tutto questo, noi saremmo poco pratichi del nostro paese se non prevedessimo che, ove la storia che annunziamo venisse tradotta in italiano, a certe poche persone sembrerebbero nuove troppo alcune delle opinioni letterarie del signor Bouterweck, e per ciò solo meritevole di disprezzo tutto il suo libro. Lo sperar tolleranza in animi irrigiditi da un'antiquata presunzione forse è uno sperar ciriegie il gennaio: tuttavolta a certe poche persone noi crediamo di dover gittare questa parola di propiziazione: - Usate tolleranza, o signori; e se non vi spiace, imparatela da noi medesimi. Noi crediamo che la storia letteraria del signor Bouterweck sia in totale un libro buono davvero. E nondimeno protestiamo noi stessi che a quando a quando trovammo in esso alcune coserelle che non ci andarono a genio interamente. Alcune distinzioni ci riescirono non troppo chiare e precise; alcune applicazioni delle teorie a' fatti non forse esattissimamente concordi a' princípi generali professati dall'autore.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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