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      Investigate le ragioni per le quali questo nuovo maraviglioso riescí piú conforme allo spirito de' tempi di quello non fosse l'altro derivato dalle favole greche, rinforza i propri raziocini coll'esempio dell'Ariosto e del Tasso, i poemi de' quali non sarebbero forse che languide copie delle Metamorfosi d'Ovidio e della Tebaide, ove quegli autori avessero derivata dal mondo favoloso degli antichi la loro poesia.
      II. - Dall'analisi della religione l'autore procede a quella della vita sociale; e parla, piú che d'altro, dello spirito cavalleresco per la tanta influenza ch'ebbe sulla poesia moderna. In quanto al coraggio ed al valore, i cavalieri somigliano agli eroi dell'antichitá. La propensione al cercare avventure neppur essa mancava agli eroi della Grecia. La spedizione degli argonauti e piú ancora quella contro de' troiani furono "avventure", pigliando anche il vocabolo in tutta l'estensione del suo significato. Medea ed Elena, l'una sciogliendo, l'altra intricando il nodo degli accidenti, sono da paragonarsi in certa qual maniera alle dame de' poemi cavallereschi. Ma ciò che costituisce un'immensa differenza tra gli eroi antichi ed i cavalieri è l'importanza che gli ultimi attribuirono alle donne; importanza che, sconosciuta affatto a' greci ed a' latini per ragione de' loro costumi nazionali, è appunto il movente caratteristico della poesia moderna.
      Qui l'autore crede di avere ragioni sufficienti per potere distruggere l'opinione di coloro che fanno derivare dall'Oriente il costume, ne' paladini e ne' nuovi popoli europei, di divinizzare le donne e di ridurre a culto i voti dell'amore.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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