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      Nelle fredde foreste, dic'egli, dell'antica Germania, e non nei deserti dell'Arabia, dove un sole cocentissimo converte in concupiscenza ogni desiderio, noi dobbiamo cercare l'origine prima della mistica idea dell'amore casto dell'uomo verso la donna. Gran tempo ancora prima che vi s'introducesse il cristianesimo, le donne erano nella Germania sommamente onorate; e intanto che gli altri popoli rozzi consideravanle come enti inferiori all'uomo, il ruvido germano vedeva in esse qualche cosa di santo, ecc. ecc.(22).
      Né presso i greci né presso i latini troviamo indizio alcuno di tanto ossequio alle donne. Ben č vero che né i greci né i latini le trattavano col vilipendio con cui le trattano i sultani. Le madri di famiglia erano onorate dentro le mura domestiche; vi avevano vergini consacrate al culto di caste divinitá; alle pubbliche feste intervenivano anche le matrone. Ma ne' costumi di Grecia e di Roma non appare la menoma orma di alcun omaggio particolare, tributato dall'uomo alla donna siccome obbligo della condizione virile; non la menoma idea esagerata e fantastica della innata eccellenza del sesso femminino.
      Siffatte idee vennero primamente da' germani, che occuparono quella parte dell'impero romano dove in appresso si sviluppň lo spirito cavalleresco. La religione cristiana contribuí fors'anche a mantenerle, favorendo in tutta l'Europa l'emancipazione civile delle donne. Molti secoli, a dir vero, corsero in mezzo tra tale emancipazione e l'epoca in cui surse lo spirito cavalleresco.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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