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      Noi siamo ora in tale condizione, che il retrocedere in fatto di studi, e non giá il progredire, ci trarrebbe in precipizio.
      E perň, seguendo l'intendimento de' buoni, suggeriamo con ingenua persuasione agl'italiani di leggere il discorso fatto dal signor Guglielmo Roscoe all'Instituto reale di Liverpool; discorso che appunto č indirizzato a raccomandare la propagazione de' lumi in tutte le classi de' cittadini, siccome mezzo di prosperitá nazionale.
      Il nome del signor Roscoe dovrebbe, pare a noi, suonar caro all'anima d'ogni italiano quanto quello d'un nostro compatriota. Qualunque sieno le macchie che una critica imparziale possa scorgere nella Storia di Lorenzo il Magnifico ed in quella di Leone decimo, nessun italiano di coscienza gentile puň negare una testimonianza di gratitudine all'amore con cui il signor Roscoe, riparando all'inerzia de' nostri dotti, tolse a' misteri delle biblioteche e degli archivi e trasse in nuova luce innanzi all'universale de' lettori tante memorie della grandezza italiana.
      Se l'espressione dell'amor patrio consistesse, siccome vorrebbero certi superstiziosi, nel far brutto viso a chiunque non nacque dentro una delle periferie de' nostri municípi, noi dovremmo, come italiani che siamo, rinunziare altresí a riconoscere per nostro concittadino l'autore della storia delle nostre repubbliche. Ma, grazie a Dio, il vero amor della patria č tutt'altra cosa; ed il signor Sismondi, come illustratore dei fasti dell'Italia, vivrá sempre nella piena riconoscenza dei veri italiani.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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