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      Ma, se ci è lecito di contraddire, risponderemo al signor Roscoe che la specie umana va presa in totale, e che se Roma non è piú la Roma di un tempo, l'universo presente non è piú il barbaro universo di venti secoli fa. D'altronde la perfettibilitá sostenuta da' moderni filosofi non è quella speciale d'una o d'altra arte, ma bensì la perfettibilitá generale dello spirito umano, alla quale siamo debitori de' successivi miglioramenti della civilizzazione. Ed il signor Roscoe, col portare in mezzo esempi del decadimento d'alcun'arte onde distruggere l'opinione della perfettibilitá del pensiero, mostra di non volere intender bene la quistione e di pigliar la parte per il tutto.
      Piú ancora: se i lumi talvolta non progrediscono in ragione d'aumento, progrediscono in ragione di diffusione; il che, a modo d'esempio, accade ora in alcune parti d'Europa. Ma neppure a questo volle por mente il signor Roscoe; sicché pare a noi che, s'egli, piuttosto che toccarla troppo leggermente, avesse schivata affatto questa disputa, non sarebbe stato male.
      Dettate per lo contrario dallo schietto sentimento della veritá crediamo le ultime pagine del discorso, ove sono enumerati tutti i vantaggi derivanti ad un popolo dalla coltura delle scienze, delle lettere e delle arti. E se a qualche rigoroso zelatore della dignitá degli studi spiacesse forse di veder messi in mostra dall'autore non solamente i vantaggi morali, ma con lunghe parole anche i vantaggi pecuniari, noi lo pregheremmo di considerare che anche questi non vogliono essere trascurati, perché non poco concorrono a produrre il bene de' popoli.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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