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      Alieni per altro da ogni inquisizione delle coscienze, gettiamo, o buoni lettori, con buona verecondia il mantello di Sem e di Iafet su tutti i motivi segreti da' quali possono aver mosso i giudizi intorno al libro del signor Sismondi. Crediamoli anzi innocenti tutti que' motivi. E strignendo le diverse sentenze in un sol risultato, diciamo lealmente cosí: - Come tutti i buoni libri di questo mondo, il libro del signor Sismondi forse non sará scevro affatto affatto di passi, a' quali una critica intemerata possa contraddire(28). Ma grandi e molte bellezze e molte savie dottrine compensano largamente i pochi difetti. - Per entro a quel libro domina una sí perpetua libertá d'animo, una sí schietta ricerca del vero, un sentimento letterario cosí nobile, che, volere o non volere, all'uomo onesto č forza aver simpatia con chiunque verso il signor Sismondi eccedesse anche un pochetto nelle lodi. L'assoluta perfezione ne' libri č come il lapis philosophorum. Studia, studia; cercalo, cercalo: nol trovi mai. E l'onestá ne' letterati č un altro lapis philosophorum, che trovasi, č vero, qualche volta, ma tanto di rado, che pe' galantuomini č proprio una solennitá il dí in cui giungono a raffigurarla.
      Dopo questo lungo preambolo, fattovi ingozzare so io perché, eccovi, buoni lettori, quel che dice il signor Sismondi per rispetto a Dante. Non riporto ordinatamente il testo, bensí il complesso delle idee suggerite dalla lettura di esso, usando quanto piú posso delle parole stesse dell'autore.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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