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      E invece de' canti d'amore, invece de' madrigali freddamente ingegnosi e delle allegorie false o sforzate, concepí nell'alta sua immaginazione tutto il mondo invisibile, e stabilí di svelarlo poeticamente agli occhi intellettuali degli italiani.
      L'argomento scelto da lui a cantare era per quel secolo il piú interessante, il piú elevato, il piú profondamente religioso, il piú popolare di quanti argomenti potessero venire in capo ad un poeta. Era inoltre collegato piú strettamente di qualunque altro con tutte le passioni politiche de' tempi, con tutte le memorie di patria, di gloria, di fazioni civili, di virtú e di delitti magnanimi, perocché tutti i morti illustri dovevano ricomparire innanzi a' viventi su questo nuovo teatro aperto dal poeta. E finalmente per la sua immensitá fu il piú nobile e piú sublime argomento che mai venisse immaginato dal concetto umano.
     
      GRISOSTOMO.
     
     
     
     
      XIV
     
      INTORNO AD UN POEMETTO DI C. TEDALDI-FORES(29)
     
      Molte idee false intorno al romanticismo si fanno diffondere maliziosamente in Italia da chi ha interesse a screditarlo. La piú ricantata ne' crocchi, tanto dai furbi quanto dalla buona gente che si lascia abbindolare da chi ha piú voce in capitolo, è che le dottrine romantiche sieno la teoria dell'assoluta mestizia e dell'orrore, e che nessun componimento poetico possa essere lodevolmente romantico se non è una vera galleria di tutte immagini lugubri, di atrocitá, di spaventi, ecc. ecc.
      Dopo la lunga professione di fede pubblicata da' romantici in sei numeri consecutivi del Conciliatore(30), sarebbe un perder tempo e un far torto alla sagacitá de' nostri lettori il suggerir loro le ragioni colle quali confutare codesta accusa scipita.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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