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      Prima di metter piede nell'asilo degli eremiti, Dushmanta si spoglia degli ornamenti reali. - Ne' boschi - dic'egli - consacrati alla religione bisogna entrare con vestimento piú umile... Eccomi nel santuario. Il braccio destro mi pulsa. Che nuova prosperitá mai vuol promettermi questo augurio? -
      Egli sente voci femminili; va spiando; vede alcune fanciulle recare acqua per ristoro de' loro arboscelli; le contempla, e gli paiono piú amabili assai delle belle donne della sua corte. Sacontala, accompagnata dalle due ancelle ed amiche, Anusuya e Priyamvada, va a versare acqua sui fiori ch'ella ha prediletti. La soave bellezza di lei mette rapidamente in tumulto il cuore di Dushmanta. - Qui - dic'egli, - qui mi nasconderò dietro quest'albero, onde mirar tutte le leggiadrie di Sacontala, e non iscemare nell'anima di lei la confidenza. -
      Sacontala, credendosi sola, prega le compagne perché le sciolgano il fermaglio del mantello che le comprime di troppo il seno. Allora nuove bellezze sfolgorano al guardo dell'appiattato monarca, e in lui la passione s'aumenta. Il dialogo delle fanciulle parla della vaghezza de' fiori, della dolcezza de' loro profumi, degli amori delle piante; e vi sono frammischiati paragoni tra Sacontala e quelle delizie. Dushmanta, anch'egli, tra sé e sé ne fa di con simili; ed ogni detto spira gentilezza di sentimenti dilicatissima.
      La fresca mallica(35) s'è sposata all'amra(36), soavissimo degli alberi. Il madhavi(37), pianta sopra tutte diletta a Sacontala e ch'ella chiama "sorella sua", ha messo fiori intempestivi dalla radice alla sommitá. - Portenti questi - dicono le ancelle, - che fanno sperare vicine le nozze a Sacontala.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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