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      Ogni dubbio è rimosso. A ciò che prima avresti temuto come fiamma, or puoi accostarti come a gemma preziosa. -
      La verginale modestia di Sacontala mal soffre i lunghi discorsi delle compagne sue col re. Ella s'alza e sta per andarsene. In virtú d'un accordo pattuito tra Priyamvada e Sacontala, quest'ultima aveva obbligo d'innacquare altri due arboscelli. Però Priyamvada, giovandosi di tale pretesto, cerca di trattenerla. Pare al re che in veritá Sacontala sia stanca; e, cavatosi di dito un anello, lo dá a Priyamvada, pregandola che quello serva a scontare il lavoro dovuto a lei da Sacontala. Il nome di Dushmanta è inciso sull'anello. Le donne si guardano l'una l'altra maravigliate. Dushmanta, volendo pur sempre tenersi incognito, dice loro di non badare a quell'inezia, cara a lui per altro come dono del re. - Non privartene dunque - gli risponde Priyamvada; - la tua sola parola vale a scontare il debito di Sacontala. - E, ridato a lui l'anello, si rivolge a Sacontala, dicendole ch'ella debb'essere grata allo straniero, e può andarsene a posta sua.
      Ma Sacontala non sa piú risolversi alla partenza. Il re vede l'indugiare ch'ella frappone, e tra se stesso esclama: - O ch'ella sente per me quel ch'io sento per lei; o che la gioia mi fa uscir di me stesso. Ella non dirizza a me una parola; ma, se parlo io, sta coll'orecchio teso per ascoltarmi. Innanzi a me non è padrona d'un menomo suo atto, e gli occhi non li sa volgere che a me solo. -
      S'odono di dentro voci di lamento, perché sieno interrotti i riti degli eremiti.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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