Pagina (177/282)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E, mentre che studia di trovar qualche scusa per rientrare nel bosco sacro, due giovinetti eremiti chiedono udienza. Entrati a lui: - Canna - gli dicono - Canna, la nostra guida spirituale, è assente; e intanto alcuni dèmoni cattivi disturbano la pace del sacro eremo. Accorri, o re, a proteggerci. -
      L'invito non può cadere più opportuno all'amante. Sta per secondarlo; quand'ecco venir dalla regina, madre di lui, un ambasciatore. Il digiuno solenne è vicino. La madre chiama alla corte per quell'occasione il figliuolo. Che fará egli? Ubbidirá? Ma... e la cara Sacontala? Dopo un volgere di vari consigli tra sé e sé, stabilisce di condiscendere alle preghiere degli eremiti, e d'inviare Madhavuya alla madre, ond'egli assista al digiuno solenne, tenendo le veci del re ed iscusandolo presso lei del non venire. Teme per altro che costui sveli alla regina i segreti amorosi che gli ha confidati; ed affettando maggiore serietá: - Non creder nulla - gli dice - di quanto ti narrai di Sacontala. Fu una favola inventata da me per ispassarmi. Non entro per altro nella foresta se non perché mi vi conduce riverenza degli anacoreti. La fanciulla d'un eremita, educata fra le antelopi, non è cosa degna di me. Non creder nulla; non credere. Addio; fa' il dover tuo. Intanto io corro... in soccorso degli uomini santi. - Partono tutti.
     
      ATTO III
     
      Romitaggio nell'interno del bosco.
     
      Per opera del re, nel bosco sacro è ritornata la calma. Un giovinetto, recando un fastello di erbe pel sacrificio e meditando sulle cose vedute, manifesta la propria ammirazione: - Quanto è grande il potere di Dushmanta!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





Sacontala Madhavuya Sacontala Dushmanta Canna Canna