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      Anusuya e Priyamvada interrogano amorosamente la vergine sulle cagioni de' mali ond'ella è oppressa. A loro non sembra vero che quelli provengano dal solo caldo eccessivo della stagione. Sacontala, vinta dalle preghiere di quelle pietose, confessa i segreti del suo cuore. - Fin dal primo momento in cui vidi quel leggiadro principe che or ora tornò a quiete la sacra foresta, fino da quel momento gli affetti miei furono rivolti tutti a lui irreparabilmente; e quindi sono io ridotta in questo languore. - Continua il dialogo tra Sacontala e le ancelle; ed ogni parola di lei la manifesta innamorata e tremante del futuro. Dushmanta ode, e la gioia si diffonde per l'anima sua(42). Non sa piú contenersi: abbandona il nascondiglio dei frascati, e corre alla fanciulla, e le giura inviolabile amore(43). È dubbiosa Sacontala e quasi non crede. Ed egli: - O di tutte le cose tu la piú cara al cuor mio, tu che con lo splendore nereggiante de' begli occhi mi fai estatico, deh! parla piú mite... M'uccidono le tue parole. In mezzo alle delizie ed alle molte femmine del mio palazzo, due soli saranno gli oggetti delle cure mie: la terra cinta dal mare sulla quale io impero, e Sacontala, l'amica mia. -
      Dopo i giuramenti del re, le ancelle, mendicate alcune scuse, destramente si ritirano e lasciano libertá agli amanti. La vergine. trovandosi sola con un uomo, diventa timida oltre l'usato, china gli occhi, accusa di tradimento le compagne, e vorrebbe partire anch'ella. Dushmanta gentilmente le si oppone.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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